È un problema che in molti sottovalutano, ma invece non andrebbe mai fatto un errore del genere: guai a pensare che una cosa si conserva perché potrebbe tornare utile, è un sintomo da non trascurare.
L’autunno è arrivato da diversi mesi e, seppure l’inverno sia ancora lontano, c’è già chi ha pensato di mettere da parte i vestiti più leggeri per inaugurare la stagione fredda con cappotti, sciarpe, cappelli e maglioni a collo alto.

Sebbene il cambio di stagione non metta tutti d’accordo, è pur sempre una mansione che bisogna svolgere a tutti i costi, soprattutto quando ci si rende conto che i propri indumenti preferiti non sono più adatti per una determinata stagione. Per tale motivo, chi sceglie di procedere, non può fare a meno di conoscere quei trucchi o quegli escamotage che consentono di di provvedere ad una simile faccenda in poco tempo.
A proposito di cambio di stagione, è mai capitato di guardare attentamente i vestiti e di pensare di non voler assolutamente mettere nulla da parte perché, magari, può servire in un futuro, seppure remoto? Ebbene, quella che sembra essere una considerazione da poco non è altro che la spia di un problema che non andrebbe mai sottovalutato. Si tratta, in effetti, di un vero e proprio disturbo che va trattato con le pinze.
Cosa significa quando non si butta via nulla ma si conserva tutto: il disturbo da non sottovalutare
Sembra una cosa da niente, eppure l’abitudine di conservare oggetti rotti o, magari, indumenti mai più indossati, non è altro che un sintomo che indica un problema da non sottovalutare. Si tratta, infatti, della cosiddetta disposofobia, ovvero l’impulso di accumulo compulsivo. Più si ha, quindi, e più si sta in pace con se stessi.

Essendo un disturbo a tutti gli effetti, la disposofobia ha delle cause ben precise e, a quanto pare, anche dei campanelli d’allarme da non sottovalutare. In primis, sembrerebbe che questo problema nasca in quelle persone che hanno paura di prendere una decisione sbagliata, credendo che un determinato oggetto o indumenti possa tornare utile in un secondo momento. A loro, ovviamente, non interessa se si deteriora o non funziona come una volta, l’importante è averlo con sé.
Inutile dire che un disturbo del genere ha anche dei sintomi da non trascurare. In primo luogo, bisogna fare attenzione se si ha l’abitudine di procrastinare il riordino delle proprie cose. O, addirittura, se si ha la consuetudine a comprare sempre più cose, riscontrando anche problemi di natura economica. Infine, occhio anche se in casa si litiga spesso per il disordine che c’è in ogni angolo.
Come ogni disturbo, anche questo prevede una cura da seguire per sentirsi meglio. In casi del genere, sarebbe opportuno rivolgersi ad un psicoterapeuta. In questo modo, si ha la possibilità di iniziare una terapia cognitivo-comportamentale, che prevede anche una fase di psicoeducazione in cui lo specialista aiuta il paziente (ed, ovviamente, tutti coloro che lo circondano) a sviluppare una maggiore consapevolezza della malattia.





