Recenti sondaggi mostrano come i giovani si stiano sempre più allontanando dalle tv generaliste, indirizzandosi invece verso la visione di tv tematiche: fiction, documentari, programmi d’inchiesta.
La tv generalista è arrivata nelle case degli italiani con la televisione: era un contenitore di tutto, musica, divertimento, informazione. Ma era adatto a quella generazione che aveva bisogno di espandere i propri orizzonti attraverso quell’apparecchio domestico. Oggi per i giovani non è più così.
Sono multiculturali, viaggiano, sono costantemente in contatto con il mondo. Internet e lo streaming ha influito su un dirottamento delle giovani generazioni verso una tv tematica, che si occupi di ciò che più gli interessa. Non più varietà e programmi misti, ma argomenti specifici. Palinsesti coerenti e di genere.
I giovani chiedono alla tv maggiori competenze specifiche, servizi approfonditi, capacità di affrontare con tematicità un argomento. Non è un caso che programmi come quelli di Alberto e Piero Angela continuino a riscuotere costantemente successo e in maniera trasversale fra le generazioni. Sono ben fatti, approfondiscono un tema sviluppandolo da più punti di vista, racchiudono conoscenze multidisciplinari. Ma soprattutto rappresentano un’offerta unica, un marchio di fabbrica, che attesta la competenza del programma tv.
Le serie tv hanno cambiato lo sguardo verso la televisione. Questi brevi episodi che racchiudono in sé quasi dei microfilm, creano fra i più giovani aggregazione, movimento sui social, che vengono ormai ampiamente sfruttati alla grande dai diversi show. Oggi se una fiction ha successo basta guardare la pagina Facebook o le statistiche Twitter oppure i commenti sui famosi portali di televisione come Stasera in TV. L’accuratezza con la quale vengono realizzate, la vastità di offerta sul mercato, consente di fare di queste serie tv dei prodotti di livello che surclassano spesso il caro vecchio cinema.
Anche qui i dati mostrano chiaramente come i giovani guardino ormai più serie tv che film, ormai percepiti come obsoleti. Il telefilm consente di tenere alta la concentrazione per un periodo di tempo limitato e di creare attorno a sé aggregazione. Sempre più spesso i giovani si scambiano fra di loro idee su telefilm, commentandoli insieme, organizzando anche visioni di gruppo. E’ il caso del fenomeno, tutto social, del binge watching di Netflix, ovvero la pratica delle infinite maratone, della durata di ore, davanti al proprio show preferito. Magari ingurgitando, in una sola notte, tutte le puntate di una serie televisiva.
Se prima ci si riuniva attorno a un film, ora lo si fa di fronte all’ultima puntata della serie tv preferita, quella del momento, che tutti seguono. In questo senso alcuni canali riescono a rispondere meglio alle richieste del mercato, intercettando meglio la domanda e divenendo punti di riferimento per gli amanti del genere (è un caso di assoluto successo il canale Rai4, divenuto cult per la programmazione di serie tv di qualità, anche se non di primissimo pelo).
Tv contenitore, generaliste, miste, piene un po’ di tutto, ormai vengono viste solo dalle generazioni più adulte. I giovani si annoiano di fronte a questo tipo di offerta: cercano nella tv la certezza di trovare un’ offerta precisa, targetizzata e coerente. E in questo panorama nuovo, soffriranno sempre di più le vecchie ammiraglie Rai1 e Canale5.
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